siamo tutti tossico dipendenti


di: Klaus Mayenza

Il sale l’ho comperato, così come la pasta e il caffè, eppure sono convinto che manca qualcosa…

Controllo la lista e leggo ‘‘fagiolini’’. Ma certo, mancano i fagiolini.

Mi avvio al banco della verdura infilando la lista nella tasca…

Già, nella tasca del cappotto… Solo ora mi ricordo che siamo a gennaio.


Ma a gennaio i fagiolini non possono essere prodotti neanche in una serra riscaldata! Verranno da lontano, molto lontano, almeno 5000 km. Sono stati trasportati con l’aereo. Se dovessero profumare del materiale più utilizzato per produrli dovrebbero puzzare di petrolio, non solo quello utilizzato per il trasporto. Certo sono belli eh. Uno spettacolo! Verdi, senza una imperfezione, tutti uguali per forma e dimensione…Sembrano il clone l’uno dell’altro.

Lo slogan motivazionale che vige in agricoltura è “crescere in fretta e senza difetti’’. Per questo fertilizzanti e pesticidi sono irrorati in quantità.

Ovviamente gli agricoltori sanno di dover rispettare i consumatori, e qualche tempo prima di arrivare a raccogliere i prodotti, smettono il trattamento di bellezza.

Ma non c’è altrettanto rispetto per i poveracci che lavorano nei campi. A fine giornata uomini donne e bambini escono dall’azienda con il corpo pieno di bolle e il respiro affannato. In capo a qualche anno qualcuno di loro muore tra atroci sofferenze con un tumore alla gola o ai polmoni.

Intanto i pesticidi penetrano nel terreno e raggiungono le falde acquifere che si riversano nei fiumi dove milioni di pesci…

…E BASTA!

Se le etichette fossero serie in quella busta di fagiolini dovrebbe esserci scritto:

 “PRODOTTO OTTENUTO CON PETROLIO, PESTICIDI INQUINAMENTO E LAVORO MAL PAGATO.

”Invece c’è scritto: “COME NATURA CREA.”

Carico nel carrello la busta contenente questo capolavoro dell’uomo e intanto penso a un altro fagiolino. Quello che trovo in estate nel banchetto del mercato di Terracina. Per la verità non si presenta molto bene. E’ piccolo e qua e la è picchiettato… E’ arrivato al mercato in bicicletta, perché il campo del contadino che lo produce si trova proprio nell’Agro Pontino.

Il mio fagiolino che ha tutto un altro sapore e consistenza, se pur bruttino, non conosce né petrolio né veleni. Magari è stato prodotto da una cooperativa sociale, creata non per ottenere profitto ma per dare una prospettiva di vita dignitosa a gente in difficoltà.

Una cooperativa che mantiene rapporti profondi col territorio in cui è inserita, non solo sul piano agricolo e commerciale ma anche sul piano umano e culturale dove, al centro della visione economica, sono collocate le persone e la natura.

Ecco, sono arrivato alla cassa del supermercato. Mentre sono in fila, leggo sulla stampante dello scontrino Xerox.

Quelli sì che hanno una filosofia che mi piace.

Producono fotocopiatrici, ma non ne vendono praticamente più.

Vendono il servizio di fotocopiatura; praticamente i loro clienti firmano un contratto in cui è stabilita una quantità di fotocopie, che deve essere garantita entro un tot di tempo. Addirittura è già stabilito il prezzo di ciascuna fotocopia. Se la macchina si rompe, arriva un tecnico e la ripara, perché tutte le fotocopiatrici Xerox sono riparabili, in quanto non sono prodotte secondo i canoni dell’obsolescenza programmata.

A volte, quando si dismette una fotocopiatrice, molti pezzi possono passare da questa ad una nuova stampante, visto che molte funzioni sono comuni.

E’ stato calcolato che 80% di una vecchia fotocopiatrice può essere riutilizzato per produrne una di nuova generazione.

Ciò significa 80% di rifiuti in meno e 80% di materie prime in meno per ogni nuova fotocopiatrice Xerox.

Grande Rank Xerox!

Pago ed esco dal supermercato…

Consapevole che devo disintossicarmi.

Disintossicarmi si… Perché cavalco sempre lo stesso atteggiamento del drogato.

SONO CONSAPEVOLE CHE IL MIO COMPORTAMENTO E LE MIE SCELTE SONO SBAGLIATE, MA CONTINUO A RIFARE GLI STESSI ERRORI.

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