vorrei essere quel bambino


di: Dario Di Gennaro

Vi ricordate la bella favola dei vestiti nuovi dell’imperatore? Brevemente era così:

C’era una volta tanto tempo fa un imperatore che adorava i vestiti, ne aveva uno per ogni ora del giorno e ne chiedeva sempre di nuovi. Un giorno arrivarono alla sua corte due lestofanti che gli proposero una stoffa magica: solo gli intelligenti avrebbero potuto vederla, gli stupidi no.

L’imperatore li riempì d’oro e si fece preparare subito un vestito. Mandò a verificare l’andamento dei lavori prima il suo primo ministro e poi il generale a capo dell’esercito. Entrambi non videro nulla (perché non c’era nessuna stoffa da vedere), ma per paura di essere considerati degli stupidi fecero finta:

E’ bellissima, ha dei colori straordinari.

Quando il finto vestito fu terminato anche l’imperatore non riuscì a vederlo, ma credendo che i suoi l’avessero invece visto, per non fare la figura dello stupido, stette al gioco e fece finta di indossarlo aiutato dai due lestofanti.

Quando uscì in parata fra i suoi sudditi tutti dissero che era bellissimo, che aveva dei colori stupendi, perché si era sparsa la voce che era magico e nessuno voleva passare per sciocco. Ma ad un certo punto durante la sfilata una bambina a gran voce disse:

“l’Imperatore è in mutande!”

E’ così tutti i sudditi si fecero coraggio e cominciarono a deridere lo stupido imperatore che si era lasciato ingannare.


Ecco, la stessa cosa succede spesso con l’arte contemporanea. Ad esempio al Maxxi, il nuovo museo romano di arte del XXI secolo, qualche tempo fa era stata posizionata all’ingresso un’installazione ad arco fatta di una specie di paglia. I turisti la ammiravano e la fotografavano, decantandone le lodi a gran voce, finchè un bambino nella sua innocenza ha detto al papà:

“Ma quanto è brutta quest’ascella di scimmia, secondo me puzza pure!”

Bene, da quel momento tutti i frequentatori assidui della piazza del museo hanno cominciato a chiamarla così e a considerarla per quel che era: una porcata.

Anche la tv imprime modelli, esempi, di persone “degne” di comparire e permanere, di entrare nelle case altrui, secondo una sua visione soggettiva legata “all’ascolto” (e quindi all’immedesimazione?).

Ma siamo sicuri che la maggior parte degli italiani sia come viene mostrato nei programmi di maggior successo? La maggior parte dei “giovani” sono come quelli di Amici o del GF? Oppure sono modelli che vengono impressi come icone da imitare e adulare? E se questi modelli non ti piacciono o non ti rappresentano?

Provate a dirlo in giro, fra la gente…

Vi diranno che siete stupido, che non capite niente, che è bellissimo e che infatti tanta gente lo guarda, fino a che un giorno (speriamo prossimo) non si alzerà un bambino che dirà: “Ma questi sono tutti deficienti!” e la verità si farà largo di bocca in bocca, come nella favola dei vestiti nuovi dell’imperatore. Io vorrei essere quel bambino!

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